Il 10 agosto 1910 Padre Pio da Pietrelcina diventa sacerdote nel Duomo di Benevento.
Padre Pio aveva un unico desiderio terreno quello di essere ordinato sacerdote.
La mattina del 10 agosto 1910 Padre Pio nel Duomo di Benevento divenne sacerdote. Ricevette l`ordinazione da monsignor Paolo Schinosi, arcivescovo titolare di Marcianopoli, nella cappella dei canonici del duomo di Benevento. Suo padre era ancora in America, mentre, in un angolo del Duomo, insieme all’arciprete don Salvatore Pannullo, mamma Peppa piangeva di commozione, stringendo tra le mani l’immaginetta ricordo sulla quale il figlio aveva scritto:
Gesù/ mio sospiro e vita/ oggi che trepidante/ Ti elevo/ in un mistero di amore/ con Te io sia pel mondo/ Via Verità Vita/ e per Te sacerdote santo/ vittima perfetta.
L`ordinazione sacerdotale di Padre Pio si celebrò senza alcuna solennità, ma “la troppa commozione” dello spirito del novello unto di Dio, che in questo giorno gustava “il paradiso” si contrapponeva alla pochezza di mezzi materiali.
Alla fine della Santa Messa, sua madre e i suoi fratelli si avvicinarono alla ringhiera per ricevere la loro prima benedizione. Sua madre non poteva contenere le sue lacrime, sia per l’emozione sia per il dolore di pensare all’assenza del marito, il cui sacrificio aveva reso possibile l’ordinazione sacerdotale di Padre Pio.
Pietrelcina aspettava il suo novello sacerdote con il concerto musicale, improvvisato dono della zia Peppa; i suoi compaesani lo accolsero alle porte del paese e lo accompagnarono a casa sua, gettando sul festeggiato, secondo l`usanza, soldi e pezzi di “raffaioli”, il dolce tipico di Pietrelcina, in segno di gioia, mentre Padre Pio incedeva col capo chino e il volto rosso, per umiltà e gioia interiore.
Il pomeriggio di quel giorno, scrisse questa preghiera: “O Gesù, mio sospiro e della mia vita, ti chiedo di farmi un sacerdote santo e una vittima perfetta“.
Padre Pio celebrò la Messa Solenne la domenica del 14 agosto 1910, nell`attuale chiesa parrocchiale; per l’occasione padre Agostino da San Marco in Lamis tenne uno splendido discorso, che elogiava la missione del sacerdote (pulpito, altare, confessionale), e al festeggiato, augurò di essere “un grande confessore”.